Does this Darkness have a name?

sabato 31 luglio 2010

Escape the Fate

"Brividi di freddo, brividi di nostalgia, brividi di paura,brividi che non si riescono a controllare, che prendono il controllo del tuo corpo e ti lasciano in balia del loro tremolio indistinto e fosco."

Nella mia vita tutto fugge via. Continuo a essere cosapevole di non avere sicurezze, e di necessitare di qualcuno che invece sia sempre un pieditstallo immobile. Ma non c'è. Dovunque vada mi sento indesiderata, una sorta di terzo incomodo. Mi sento come se ci fossi perchè devo, come se nessuno mi volesse realmente. Una sorta di accompagnatore solitario che manca realmente di una personabilità appetibile per un gruppo di altre persone. Come se fossimo in una strada, io e i miei amici. Come se io fossi trasparente e mi si vedesse attraverso. E' così difficile notare che mi sento scomparire per come non gliene frega nulla a nessuno di come sto? Ascolto sempre le altre persone, sono felice quando si confidano con me, perchè così so di potere essere utile, e forse perchè così se mi raccontano qualcosa vuol dire che vado più di quella trasparenza a cui sento sempre di appartenere. Però a volte ho bisogno di qualcuno che mi ascolti io, perchè ho una risacca al mio interno, un peso che diventa sempre più greve e che mi si poggia tra i polmoni ed il cuore, minacciando di farmi soffocare in un qualsiasi momento. Ed è così radicato in me che a volte sembra che abbia fatto le radici nel mio cuore irrimediabilmente. LA mia vita è una melodia di piano e crescendo, un momento sembra tutto tranquillo, quello dopo mi sembra che il mondo sia diventato imrpovvisamente piccolo, troppo stretto, e io troppo lontana, troppo... troppo. E devo andare via. E nessuno può dire di capirmi se non lo prova. Nessuno sa com'è. Nessuno. E se io ho deciso di non dire a nessuno di questo blog un motivo ci sarà. Mi prendereste solo per una sfigata depressa. Ma ho dei problemi, e parlarne con voi... non credo che vi interessi dopo tutto.
Dove è finita la Eli che ero una volta?
Non ero sempre così.
Ero felice.
Ero diversa?
Dove sono andata a finire?

venerdì 30 luglio 2010

Storia di un'amicizia.

Cara Ivy,
ti conosco da quanto eravamo piccine. Due amichette inseparabili, io che volevo picchiare le altre bambine dell'asilo e tu che mi trattenevi come se fossi già troppo grande e matura per una ragazzina infantile come me. Sono passati 13 anni da quando ci conosciamo, un periodo lungo e tortuoso. Ti ho vista crescere, ti ho vista sparire, sparire e cambiare. Poi miracolosamente sei tornata nella mia vita, con il tuo sorriso e quel tuo modo di fare e quella sicurezza che mi ha sempre fatto sentire inferiore a te. Inferiore a tutto quello che tu eri più brava di me a fare. Però ti volevo bene, te ne volevo tanto, talmente tanto che non mi importava se eravamo così diverse. Le elementari sono passate in un soffio, ed eravamo talmente unite che i nostri genitori dovevano venirci a tirare via l'una dalla stanza dell'altra. Tanto che i miei continuavano a dire, quando chiedevo di venire a casa tua "ma sempre da lei? non hai altri amici?". Certo che li avevo. Ma nessuno era come te. Che nonostante la tua bravura, nonostante tutti ti volessero, nonostante la tua incredibile sicurezza non mi facevi mai sentire di troppo. A casa tua c'era sempre spazio per me. C'era sempre spazio per un film assieme. Ricordo quell'halloween organizzato malissimo un po' da me e da te, non mi hai mai addossato la colpa, nonostante le pessime idee le avessi avute in gran parte io. Non mi hai mai puntato il dito contro perchè non riuscivo a guardare nessuno dei film horror che voi adoravate e guardavate con così tanto interesse e che invece a me, mi terrorizzavano. Alle medie sei andata in un altra scuola, io ho conosciuto nuova gente, pensavo di non dovermi preoccupare, che prima o poi saresti tornata da me, saremmo tornate ad essere come una volta. Invece il tempo passava e più passava, più io mi dimenticavo di te e tu di me. C'era catechismo, è vero, ma quando ti vedevo te eri sempre meglio. Tu eri già cresciuta, sembravi già adulta. Io ero ancora la sciocca bambinetta infantile delle elementari. Eri sempre un passo avanti a me. Poi hai cominciato a fumare, e io credevo che fossi talmente cambiata da non essere più la Ivy che avevo conosciuto io. Da essere semplicemente il suo fantasma e da non meritare più il mio affetto di una volta. Purtroppo però dentro di te continuavo a vedere il fantasma della nostra amicizia di un tempo. Poi c'è stata quell'estate, quell'estate dove io ero sempre a casa tua oppure tu eri sempre da me. E lì è rinata la speciale scintilla dell'amicizia che ci aveva legato per tutti quegli anni. Eri ancora la Ivy che eri sempre stata. Ero solo stata troppo vigliacca per ammetterlo. Ho dormito da te, mi riccordo i tuoi attacchi di sonnambulismo. Mi ricordo la tempesta spaventosa che ti allagò la cantina e il garage. Mi ricordo le lucine nel corridoio della tua bellissima casa. Mi ricordo tutto. Mi ricordo la pioggia che ha cominciato a scendere di colpo. E di nuovo siamo tornate migliori amiche. Cantavamo assieme, balavamo, organizzavamo tutto ciò che ci serviva. Poi però qualcos'altro è cambiato. Hai cominciato a fissarti sul peso più del solito. Hai cominciato a pensare alle modelle. Sei diventata Anoressica e poi Bulimica. Dissuaderti dall'entrare in questo tunnel ti aveva allontanata da me, allora ho deciso di sostenerti, come è giusto che un'amica faccia. Sai che su di me potrai sempre contare. Sai che se starai male, se necessiterai di aiuto, se ti servirà una spalla su cui piangere o appoggiarti io ci sarò sempre. Sai che ho paura per te, temo che un giorno starai talmente male che ti porteranno in ospedale. ho paura di questa malattia a tunnel dove ti sei infilata. E se ti portasse via da me? Adesso tutto ciò che voglio è esserti accanto, e , oltre tutti i tuoi problemi, farti stare bene.
Ti voglio davvero tanto bene Ivy.
Eli.

Human.

"La parole non sono altro le l'unica forma dell'uomo di sentirsi intelligente, ma poi lo spreca con dei bla bla continui ed insensati. Creatura intelligente? Creatura superiore? Credo di no."

Bla bla bla.
Parliamo tanto e poi abbiamo paura di dei rozzi insetti.
Ci crediamo grandi e superiori, delle persone avanzate, dovremmo essere in grado di essere razionali, di cntrollare il mondo con la logica. Questo è quello che l'uomo credere di essere.
Mi sembra molto più simile ad una macchina.
L'uomo dovrebbe esserlo, ma è una macchina difettosa.
Quali sono i difetti? Oh, bè, Invidia, gelosia, rabbia, amicizia, ambizione, lussuria... Amore.
Questi sentimenti ci indeboliscono, come malattie, sono corrosive. Sono dei virus lenti e dolorosi che ci scavano l'anima e una volta che spariscono allora il peso della loro voragine ti crolla sulle spalle.

Pazzia, pazzia, pazzia...
Tutti diventano pazzi per l'eccedere di uno di questi sentimenti.
Che stia eccedendo anche io?

At last

"Come la neve mi perdo nel vento leggero, non riuscendo a depositarmi dove vorrei, ma soltanto osservando dall'alto. Quando poi riesco finalmente a toccare il tanto sospirato suolo... vengo calpestata e mi sciolgo." (Noth)

Direi che questa citazione che ho creato qualche tempo fa mi descrive alla perfezione. Sono incolore, come la neve, attorniata da altrettanti fiocchi bianchi e uguali. Cosa mi distingue? Nulla, il desiderio di trovare qualcosa di nuovo, di raggiungere mete importanti e forte in me come negli altri. Fluttuo nel vento, lasciandomi trasportare, senza sforzarmi di andare contro corrente e diversificarmi, tanto sono comunque talmente piccola che gli altri fiocchi di neve non si accorgerebbero nememno del mio sforzo e del mio lieve cambio di direzione.

Sono denominata come una persona riflessiva e pensatrice. Non è colpa mia se sono fatta così. Mia sorella dice che sono stupida a sentirmi depressa alla mia età, ma non è colpa mia se non riesco a reagire. Magari posso sembrare forte all'esterno, e che nulla possa scalfirmi, ma so benissimo che significa il dolore alla mascella per un falso sorriso che dentro di se sta sussurrando "Ma a chi credi di farla bere? Cosa sorridi razza di incapace? Nemmeno di illudere gli altri che stai bene sei capace." Sembra quasi una macabra cantilena. Una cantilena che non finirà presto. Una cantilena che mi perseguita. E anche questi attacchi di spegnimento... che senso anno? Sono davvero così inerme che il mio corpo non appena esagero con i pensieri negativi, anche involontari, si scuda e si spegne?


Quando ero piccola tutti mi dicevo che avrei fatto le cose in grande, che sarei diventata grande, ma sbagliavano. Non potrei sentirmi più piccola.